Luca Vettori e Matteo Piano sono due pallavolisti, vicecampioni olimpici con l’Italia a Rio 2016. C’erano anche loro, la scorsa estate, nella finale fantastica e impossibile, dentro un Maracanazinho stracolmo, persa contro il Brasile.
Ma sono soprattutto gli autori di un podcast – Brodo di becchi – in cui si parla di tutto fuorché di sport: poesia, teatro, musica sperimentale, letteratura. La vita vera, insomma, lontano dai campi di gioco, ma non una vita qualunque.
Nella nuova puntata di Tu sei qui (dal titolo La radio dei campioni), Carlo Annese ha incontrato Luca e Matteo a Modena, dove giocano con l’Azimut Volley, campione d’Italia, per farsi raccontare da dov’è nata l’idea, naif e sognatrice, di una radio: per sfuggire all’assillo dei social network, si è trasformata in un’esperienza unica, anche al di fuori dello sport professionistico.
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«Letture e poesie sono qualcosa che mi accompagnano anche all’ordine del giorno», racconta Luca Vettori, 25 anni, di Parma, l’artista della coppia. «Quindi, se mi capita qualcosa che mi stimoli, che riesca a darmi una visione un po’ bella, sia da un punto di vista poetico che dal punto di vista grammaticale, ci giochiamo un po’ sopra. Poi le due cose si mischiano molto bene proprio per la loro diversità e per la nostra capacità, che abbiamo imparato, di intrecciarle».
«Io recepisco molto bene, io ascolto e se trovo della bellezza nelle cose che mi vengono dette, le ascolto molto volentieri», spiega Matteo Piano, 26 anni, che gioca nel ruolo di centrale. «Sono più una persona che vive di emozioni, cioè devo percepire qualcosa per essere veramente interessato». Si deve a lui la scelta di una bellissima poesia di Alda Merini subito dopo l’impresa mancata di Rio: «versi che rappresentavano il nostro bisogno di silenzio», dice Piano.
Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno ?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.
Alda Merini
Ascoltare tutto questo da due campioni dello sport sembra quasi una rivoluzione.