Nel 2021 il Museo Egizio ha inaugurato una nuova sala intitolata “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?”, dedicata alla ricostruzione della vita nell’antico Egitto attraverso lo studio dei resti umani e dei corredi che li accompagnano. Dalla sua apertura si è fatta sempre più impellente la necessità non solo di studiare i resti umani, ma anche di affrontare la questione dell’esposizione e le implicazioni etiche che la caratterizzano. Da questa esigenza nasce “Alla Ricerca della vita”, un podcast in sei episodi che, con la voce della giornalista scientifica Giulia Alice Fornaro, attraversa l’Italia, da Pompei a Bolzano, portandoti all’interno di Musei e laboratori per incontrare archeologi, antropologhe, conservatori e genetiste e scoprire così come lo studio dei resti può dirci molto della nostra storia passata e, soprattutto, del nostro presente. “Alla Ricerca della Vita” è il nuovo podcast del Museo Egizio prodotto da Piano P. Dal 24 novembre, ogni giovedì, per sei settimane, in tutte le app per i podcast. Iscriviti alla serie per seguire l’uscita di ogni nuovo episodio.

Tutti gli episodi

2. Dallo scavo al magazzino: quando il rinvenimento si fa “rito”

Durante gli scavi, appena vengono rinvenuti resti umani, l’archeologo lascia il posto all’antropologo. Ma a Pompei, dove la furia del Vesuvio uccise oltre mille persone, questo ruolo è particolare: nel Parco Archeologico il metodo scientifico, unito a cure premurose, consente di adempiere, in un certo senso, al rito funebre che

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3. Un meraviglioso archivio biologico da studiare e conservare

Da un osso del cranio, del bacino o da un dente ricercatrici e ricercatori dell’Eurac Research di Bolzano, dove si studiano resti umani scheletrici o mummificati di diverse origini e diverse epoche, possono ricavare moltissime informazioni di una persona, come il sesso, l’età, la dieta o le malattie di cui soffriva. Un potenziale

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4. Tra ricostruzione dell’identità e diritto alla memoria

Che si tratti di antichi romani, santi o naufraghi del Mediterraneo, restituire un nome, una dignità e una memoria ai resti umani è una questione di diritti, e non solo. Ed è anche il lavoro quotidiano del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano..

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2. Dallo scavo al magazzino: quando il rinvenimento si fa “rito”

Durante gli scavi, appena vengono rinvenuti resti umani, l’archeologo lascia il posto all’antropologo. Ma a Pompei, dove la furia del Vesuvio uccise oltre mille persone, questo ruolo è particolare: nel Parco Archeologico il metodo scientifico, unito a cure premurose, consente di adempiere, in un certo senso, al rito funebre che

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3. Un meraviglioso archivio biologico da studiare e conservare

Da un osso del cranio, del bacino o da un dente ricercatrici e ricercatori dell’Eurac Research di Bolzano, dove si studiano resti umani scheletrici o mummificati di diverse origini e diverse epoche, possono ricavare moltissime informazioni di una persona, come il sesso, l’età, la dieta o le malattie di cui soffriva. Un potenziale

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4. Tra ricostruzione dell’identità e diritto alla memoria

Che si tratti di antichi romani, santi o naufraghi del Mediterraneo, restituire un nome, una dignità e una memoria ai resti umani è una questione di diritti, e non solo. Ed è anche il lavoro quotidiano del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano..

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