DA COSTA A COSTATexas, il muro che c’è già
Nella dodicesima puntata della seconda stagione di Da Costa a Costa, si conclude il racconto del viaggio di Francesco Costa in Texas. Dopo aver raccontate uno Stato che “rappresenta l’identità americana in purezza” (pochi giorni dopo la pubblicazione della S2E11, Lawrence Wright ne ha scritto sul New Yorker). Puoi ascoltare la puntata su Apple Podcast (dove puoi iscriverti e scrivere una tua recensione) o dal visore di Spreaker qui sotto, oppure ancora attraverso le app più diffuse per iOS e Android.
La seconda parte del viaggio di Francesco Costa in Texas.
Il confine tra Texas e Messico è una cosa strana: allo stesso tempo è presentissimo e assente. Da una parte lo vedi nelle altissime recinzioni e nei continui posti di blocco della polizia di frontiera, lo ascolti nelle conversazioni tra le persone e lo osservi nelle loro vite; dall’altra Texas e Messico sono così simili, così allacciati dai rapporti attuali e soprattutto dalla storia, che a volte sembra incredibile che ci sia un confine. La proposta di costruire un muro al confine è stata centrale nella campagna elettorale di Donald Trump, eppure in Texas non convince moltissimo nemmeno i Repubblicani; che invece vogliono usare la mano pesante contro gli immigrati irregolari che sono già entrati, per cercare di rallentare i velocissimi cambiamenti in corso nella loro società.
Questa puntata è stata realizzata con il contributo di Barracuda Shoes.
Di seguito la traduzione delle interviste e degli inserti audio contenuti nella puntata.
Trump: «Costruiremo un grande muro» (31/8/16)
«Costruiremo un grande muro lungo il confine meridionale. E il Messico pagherà per il muro. Al 100 per cento. Loro ancora non lo sanno, ma pagheranno per costruirlo. Sono un grande popolo, dei grandi leader, ma pagheranno il muro. Dal giorno uno cominceremo a lavorare su un muro impenetrabile, fisico, alto, potente e bello».
Christina Garcia sulle richieste di asilo
«Non è facile definire i casi di asilo quando si tratta di persone che fuggono. Chi è perseguitato dai cartelli, per esempio, i proprietari di imprese in Messico che hanno subito un’estorsione e non hanno pagato il pizzo cercando di andare via e finiscono da noi: sono qualificati per avere asilo? A volte sentiamo storie terrificanti, come nemmeno nei film più drammatici, eppure non sempre riescono ad avere diritto, perché la legge è molto rigida su chi è idoneo per beneficiarne».
Jonathan Tilove: «Il Texas era diverso»
«C’era una sorta di accordo in Texas per cui noi non lo facciamo. Noi non siamo così. Quella era l’Arizona mentre noi siamo più maturi e comprensivi. Noi e i messicani siamo qui prima ancora che ci fosse il Texas. Noi eravamo d’accordo e ci comportavamo in quel modo».
Melissa Lopez: «Queste sono le facce dell’immigrazione»
«La gente si arrabbia quando entrano senza permesso. Quelle sono le facce dell’immigrazione: la gente che arriva senza permesso. La realtà è che la stragrande maggioranza degli 11 milioni di immigrati senza documenti che adesso sono nel Paese sono entrati legalmente. Con un visto per studenti, o con un visto di lavoro con un visto turistico. Un altro malinteso è che la gente pensa che molti siano immigrati puramente economici, nel senso che vengono qui a lavorare. Quello che è successo nel mondo negli ultimi anni ci dimostra che non è così: ci sono molte persone che fuggono perché le loro vite sono in pericolo. Penso alla Siria, per esempio. E quando le ragioni per cui lasci il tuo Paese non hanno niente a che fare con i soldi ma si basano sulla paura per la tua vita, farai qualsiasi cosa per entrare in un altro Paese o comunque per scappare dal tuo. Quindi, se sei un messicano e i cartelli minacciano di uccidere te, i tuoi figli e tua moglie, o sei in un luogo in guerra, che cosa può fermarti? Nulla, perché hai bisogno di trovare un riparo».
Texas town split on Trump’s plan (CBS, 29/3/2017)
Giornalista: «Con più di 300 acri, il River Bend Resort è una delle poche zone di Brownsville, Texas, senza un recinto di confine. Molti dei pensionati che vivono qui vogliono continuare a vivere in questo modo».
Uomo intervistato: «Non ce n’è bisogno. Le pattuglie di confine sono sempre qui. Lanciano le loro barche e le attraccano alle nostre rampe e sono qui in trenta secondi».
Giornalista: «Gregg High e sua moglie Lauren hanno votato per il presidente Trump. Entrambi pensano che i soldi per il muro potrebbero essere spesi meglio per risorse per agenti del confine».
Donna intervistata: «Hanno bisogno di strumenti tecnologici aggiornati. Telecamere migliori, magari qualche drone in più».
Melissa Lopez: «Il Texas è la nuova Arizona»
«Il Texas è la nuova Arizona. È evidente da quello che ha affermato il governatore, da quello che il nostro procuratore generale sta facendo, in termini di cause legali depositate e di leggi che sono state approvate. Come dicevi prima, la nuova legge è molto simile a quella passata in Arizona nel 2008 e quindi, sì, penso che il Texas sia la nuova Arizona. Il nostro governatore sta cercando di adottare una linea dura sugli immigranti. E purtroppo ha molti supporter nello Stato che lo stanno spingendo a proseguire».