DA COSTA A COSTAIl caso Russia è sempre più grave
Nella tredicesima puntata della seconda stagione di Da Costa a Costa, un resoconto approfondito del nuovo, incredibile capitolo del Russiagate, in cui questa volta è direttamente coinvolto il figlio di Donald Trump. Puoi ascoltare la puntata su Apple Podcast (dove puoi iscriverti e scrivere una tua recensione) o dal visore di Spreaker qui sotto, oppure ancora attraverso le app più diffuse per iOS e Android.
Da un anno va avanti la storia delle interferenze russe nella campagna elettorale americana e della presunta collaborazione del comitato Trump con i russi. Da questa settimana sappiamo due cose in più, fondamentali e potenzialmente decisive: che almeno una volta lo stato maggiore del comitato Trump incontrò degli emissari del governo russo, e che lo stato maggiore del comitato Trump sapeva che il governo russo aveva intenzione di aiutare Donald Trump a diventare presidente degli Stati Uniti. Lo sappiamo perché abbiamo letto le email autentiche con cui fu organizzato un apposito incontro nel giugno del 2016. Come accadrebbe in un film, questa risposta però apre tutta una serie di nuove domande: il presidente Trump sapeva di questo incontro? Ce ne sono stati altri? Chi è che dentro la Casa Bianca sta lavorando per indebolire Trump, passando queste informazioni al New York Times? E infine: perché i Trump sembrano non rendersi conto del guaio in cui si sono cacciati?
Questa puntata è stata realizzata con il contributo di Barracuda Shoes.
Di seguito, le traduzioni in italiano degli inserti contenuti nel podcast.
Manafort, Kushner e Pence
Domanda anchorman di ABC News: C’è qualche collegamento fra il signor Trump, lei o il suo comitato elettorale con Putin e il suo regime?
Paul Manafort: No, non ce ne sono. È assurdo e non c’è alcun fondamento.
Domanda Roger Ailes (Fox News Sunday): Quindi nessuna collusione di qualunque genere tra chiunque sia coinvolto con Trump e chiunque sia coinvolto con la Russia durante la campagna elettorale del 2016?
Jared Kushner: “No”.
Domanda Frank Stanton (Face the nation, Cbs): Giusto per insistere su una domanda, c’è stato un consigliere o un membro del comitato elettorale di Trump che abbia avuto un qualche contatto con I russi che stanno cercando di mescolarsi con le elezioni?
Mike Pence: Beh, no, naturalmente.
Wolf Blitzer (CNN, 11/7/17)
Cominciamo con le ultime notizie, gli sviluppi rapidi ed esplosivi movimento sul presunto intervento russo sulle elezioni presidenziali statunitensi. Donald Trump JR ha appena reso pubblica una serie di e-mail che risalgono al suo incontro con un avvocato russo. Un incontro in cui sperava di ottenere informazioni dannose a Hillary Clinton. Tra l’altro ha rilasciato quelle mail su Twitter solo dopo essere stato avvertito dal New York Times che stava per pubblicare quelle e-mail.
Charles Krauthammer: “I love it” parole fatali (Fox News, 11/7/17)
“I love it” sono le parole fatali. La difesa dell’amministrazione Trump negli ultimi sei mesi, che io ho sostenuto, diceva non ci fosse nulla di specifico. Dicevo che questa fosse una copertura per cercare un crimine. Non c’era alcuna prova di collusione. C’erano molte coincidenze, un sacco di incontri, un sacco di non divulgazioni. Ma tutto questo è circostanziato.
La difesa di Donald Trump jr (11/7/17)
Domanda Sean Hannity: Quando ha letto le parti sul governo russo o sulla Russia che sostiene tuo padre, ha riacceso le sirene nella testa?
Donald Trump Jr.: Onestamente non lo so. Erano solo informazioni di base che probabilmente sarebbero rimaste lì. Non conoscevo a sufficienza queste persone capire che se questo manager di celebrities di talento di Miss Universo potesse avere questo tipo di informazioni, così ho voluto sentirlo, incontrarlo e vedere cosa potesse succedere. Ma, sai, le persone cercano per tutto il tempo di contattarti.
Di nuovo, non sapevo se quello che c’era dietro fosse credibile, non potevo garantire sul valore delle informazioni. Qualcuno mi ha mandato un’e-mail, io non posso farci niente: ho ricevuto una mail, l’ho letta. Di conseguenza, ho risposto. E se c’era qualcosa d’interessante, credo che fosse abbastanza comune.
Donald Trump jr sulle accuse di Hillary Clinton (24/7/16)
È disgustoso. È così fasullo. Li ho osservati mentre interrompevano l’intervista di cui sono riuscito a sentire dei pezzi. Non riesco a pensare a bugie più grandi, ma questo dimostra esattamente ciò che il Partito Democratico e il comitato elettorale di farà. Mentiranno e faranno qualsiasi cosa per vincere.
Marc Lotter, portavoce di Pence (Fox News, 12/7/17)
Domanda Fox News: Il vicepresidente hai mai incontrato rappresentanti della Russia?
Marc Lotter: Il vicepresidente non è concentrato sulle questioni di questa campagna elettorale. Le cose che sono accadute prima che fosse nominato candidato vicepresidente non lo riguardano, come ha affermato lui stesso. Quando è entrato nel ticket con Trump, si è preoccupato solo di parlare con il popolo americano di ciò che il presidente avrebbe dovuto fare e ha fatto tutto il possibile perché lui e il presidente Trump venissero eletti e mandati a Washington. E ora tutta la sua attenzione è dedicata affinché il programma sia realizzato.
Dal The Daily, podcast del NYTimes (12/7/17)
Michael Barbaro: Matt Apuzzo, è martedì mattina nella redazione del New York Times. Cosa sta succedendo?
Matt Apuzzo: Abbiamo le e-mail che abbiamo cercato per questi giorni. Si tratta delle e-mail tra Donald Trump Jr e Rob Goldstone, l’amico che sta per far avvenire l’incontro tra la Trump Tower e l’avvocato russo. Chiamiamo in giro per chiedere dei commenti e questo significa naturalmente che chiamiamo Don Jr. e gli diciamo: “Abbiamo le e-mail. Vogliamo il tuo commento perché le pubblicheremo. La nostra deadline è alle 11 del mattino.
Richard Painter: “Questo è un tradimento” (CNN, 10/7/17)
Anchorwoman CNN: Ci ha raggiunto l’ex capo dell’Ufficio etico della Casa Bianca con il presidente George W. Bush, Richard Painter. Richard, voglio leggere un tuo tweet di oggi. Hai scritto: “Questo è un tradimento. Avrebbe dovuto sapere che l’unico modo in cui la Russia riuscirebbe ad avere certe informazioni è spiando”. È un’affermazione pesante. Spieghi ai nostri ascoltatori perché lo definisci un tradimento?
Richard Painter: Beh, una versione del racconto, se vero, sarebbe un tradimento e quella versione è che (Trump jr) sapeva che avrebbe ricevuto informazioni dannose su Clinton in questa riunione.