Franco Basaglia, come al solito, aveva visto lontano. Nel 1979, dopo aver contribuito a far chiudere i manicomi, coniò la definizione di “imprenditori della follia”, quando disse che certe cliniche vivono sui matti: «Più matti, più soldi». Oggi le residenze psichiatriche convenzionate assorbono più della metà del già insufficiente budget nazionale per la salute mentale: luoghi, spiega lo psichiatra Piero Cipriano, in cui il carico dei farmaci per gli utenti è sempre più pesante e dove si rischia di creare una nuova istituzionalizzazione, cioè “tanti alberghetti manicomiali diffusi”. Dietro queste strutture, peraltro, ci sono anche gruppi industriali e nomi importanti, italiani e stranieri, che considerano il settore della salute mentale una vera e propria “linea di business”.
Le alternative esistono, e siamo andate a conoscerne una a Civitavecchia, dove sessante persone (dopo aver trascorso decenni per strada o in residenze psichiatriche) ora vivono in appartamenti comuni. Ma progetti come questo possono essere attivati solo se i Centri di Salute Mentale hanno risorse sufficienti per intervenire in maniera personalizzata su ogni paziente.
Grazie alla società di produzione Videoest, per gli estratti dall’intervista a Franco Basaglia di Gianfranco Rados per Tv Koper-Telecapodistria.
Questo episodio è stato realizzato con il sostegno di Journalismfund Europe, nell’ambito del progetto di inchiesta transnazionale “The Business of Madness”. Ha contribuito il collega spagnolo Manuel Rico.