Husam mi accoglie alla stazione di Piacenza. Mi porta dietro il Coin, poi nel quartiere popolare dove è nato il “sistema” che ha organizzato insieme al suo “collega” bosniaco Milan incontrato nel primo episodio, infine davanti a un sottopassaggio lungo il Po dove si sono svolti gli ultimi scontri clandestini.
Anche Husam è un italiano di seconda generazione e sta provando a cambiare vita e vorrebbe tornare in Egitto. Intanto, però, mi fa capire che quegli “eventi” di cui è stato l’artefice non sono ancora finiti, e propone di organizzarne uno per me.
Non so se quel match si farà mai, a questo punto però non posso più sottrarmi: devo andare alla ricerca dei cani violenti del mio passato. Uno, in particolare, con il quale ho condiviso i giorni di un’adolescenza rabbiosa, brutale.
Vado a trovarlo in provincia di Caserta, dove sono cresciuto: è la prima tappa di un viaggio intimo, alle radici della mia personale ferocia.
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