Il XIX secolo, per il cioccolato, è stato un periodo di svolta. Il cibo degli Dei esce, infatti, dall’Ottocento completamente trasformato: non più una bevanda elitaria e amara, ma un cibo dolce e per le masse; spesso prodotto aggiungendo latte o nocciole (secondo una teoria affascinante, per ovviare al “blocco napoleonico” che aveva ridotto le importazioni di cacao); in un formato lucido che non va nemmeno masticato, perché si fonde in bocca.
A questa profonda trasformazione concorrono soprattutto tre nazioni: il Regno Unito, la Svizzera e l’Italia, in particolare con la città di Torino, dove in un caffè all’interno della Galleria Subalpina due confettieri originari del Canavese inventano un cioccolatino famoso almeno quanto il gianduiotto: il cremino.