Che cosa si mangiava nel Medioevo? E che cosa è arrivato fino a noi di una delle più importanti tradizioni alimentari e gastronomiche dell’epoca, come quella fiamminga? C’erano delle belle differenze tra i pasti di un ricco mercante di Bruges e quelli di un uomo comune, a unirli però c’era la passione per le ostriche: erano disponibili così facilmente, a quel tempo, da essere un cibo popolare, soprattutto durante la Quaresima.
Costanza Arnolfini, moglie di Giovanni e protagonista di uno dei ritratti più celebri di Jan van Eyck (esposto ora alla National Gallery di Londra), ci accompagna tra le tavole di borghesi e popolani: più si era in alto nella scala sociale e più si mangiava ciò che stava in alto, come volatili e frutta; mentre chi stava “in basso” mangiava carne di maiale e cereali. Una vera e propria ideologia delle differenze, che si vedeva anche nel bere; ai ricchi il vino, ai meno abbienti la birra.
E oggi come mangiano i fiamminghi? Abbandonate le distinzioni sociali, il Belgio è uno dei territori più ricchi di chef stellati (soprattutto under 35) che con la loro cucina rielaborano la tradizione con tocchi esotici.