Le Case di Domani

Condotto da Carlo Annese
L’illustrazione della copertina è di Andrea De Santis.

Come saremo, domani: migliori o peggiori? Radicalmente diversi oppure aggrappati alle vecchie abitudini? Come cambieranno le relazioni, il sesso, i sentimenti, i rapporti famigliari, dopo il lungo periodo di distanziamento sociale?” Erano queste le domande a cui abbiamo cercato di dare risposta nei mesi peggiori della pandemia con Domani, la serie prodotta da Piano P scelta da Apple Italia come Podcast Best of 2020. Nei giorni in cui la diffusione del Covid sembra essere entrata in una fase diversa, abbiamo domande nuove, da porre e da porci: come vivremo e dove abiteremo dopo il Covid? In quali città? E in quale rapporto con gli altri e con la natura? Come e dove lavoreremo? Saremo davvero più attenti alla sostenibilità, all’ambiente e ai bisogni di chi vive nella casa accanto? È nata, così, “Le case di Domani“, una serie spin-off che è la naturale prosecuzione delle prime due stagioni di Domani, in cui dialoghiamo con designer, urbanisti, filosofi, artisti, creativi e accademici, di interni ibridi ed esterni da reinventare, smart working, sostenibilità e ritorno alla natura, città, periferie e nuovi modelli di sharing economy. In altre parole: del futuro di ognuno di noi. Le case di Domani vi accompagnerà per dieci mercoledì. Sarà condotta da Carlo Annese e Luca Molinari (curatore e critico di architettura), e prodotta con il sostegno di Gibus – Pergole e tende per vivere alla luce del sole.

Episodi

1. “The New Normal”, la nuova normalità

La pandemia ha cambiato la nostra percezione della casa: prima rifugio, poi prigione; fortezza e caverna. Un luogo in cui abbiamo dovuto sperimentare nuove forme di sopravvivenza e di convivenza, di creatività e capacità di adattamento. Ecco perché..

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2. Il corpo, i sensi e la scoperta della cucina

Nei mesi scorsi la casa è stata il luogo in cui i sensi hanno potuto essere accolti e ampliati al riparo dal rumore e dalla paura delle città. Il Covid-19, però, li ha colpiti per primi: uno dei sintomi più evidenti della malattia, infatti, è stata la perdita dell’olfatto

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3. Balconi, terrazzi, giardini: la ricerca del verde

«Durante il secondo lockdown», racconta il cantautore Motta, «con mia moglie (l’attrice Carolina Crescentini) abbiamo deciso di trasferirci per un mese in campagna a Sacrofano, a 40 minuti da Roma. Dovevamo stare lì un mese, alla fine siamo rimasti sei mesi». E Motta non è il solo.

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4. L’ufficio in soggiorno e un divano in ufficio

Tra aprile e novembre del 2021, un milione 195.875 italiani si sono dimessi volontariamente: il 23% in più rispetto ai tempi pre-Covid e soprattutto nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni. Sono queste le dimensioni del fenomeno delle “grandi dimissioni” che sta sconvolgendo il mondo del lavoro ed è in buona parte una conseguenza..

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6. Milano e le periferie

Irrequieta, cannibale, contraddittoria e amante del futuro. Milano ha fatto della modernità la sua cifra. Anche troppo, nel senso che corre a una velocità impressionante, lasciando indietro chi corre a una velocità diversa. Tanto che le richieste di misure di sostegno, cioè reddito e pensione di cittadinanza..

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1. “The New Normal”, la nuova normalità

La pandemia ha cambiato la nostra percezione della casa: prima rifugio, poi prigione; fortezza e caverna. Un luogo in cui abbiamo dovuto sperimentare nuove forme di sopravvivenza e di convivenza, di creatività e capacità di adattamento. Ecco perché..

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2. Il corpo, i sensi e la scoperta della cucina

Nei mesi scorsi la casa è stata il luogo in cui i sensi hanno potuto essere accolti e ampliati al riparo dal rumore e dalla paura delle città. Il Covid-19, però, li ha colpiti per primi: uno dei sintomi più evidenti della malattia, infatti, è stata la perdita dell’olfatto

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3. Balconi, terrazzi, giardini: la ricerca del verde

«Durante il secondo lockdown», racconta il cantautore Motta, «con mia moglie (l’attrice Carolina Crescentini) abbiamo deciso di trasferirci per un mese in campagna a Sacrofano, a 40 minuti da Roma. Dovevamo stare lì un mese, alla fine siamo rimasti sei mesi». E Motta non è il solo.

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4. L’ufficio in soggiorno e un divano in ufficio

Tra aprile e novembre del 2021, un milione 195.875 italiani si sono dimessi volontariamente: il 23% in più rispetto ai tempi pre-Covid e soprattutto nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni. Sono queste le dimensioni del fenomeno delle “grandi dimissioni” che sta sconvolgendo il mondo del lavoro ed è in buona parte una conseguenza..

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6. Milano e le periferie

Irrequieta, cannibale, contraddittoria e amante del futuro. Milano ha fatto della modernità la sua cifra. Anche troppo, nel senso che corre a una velocità impressionante, lasciando indietro chi corre a una velocità diversa. Tanto che le richieste di misure di sostegno, cioè reddito e pensione di cittadinanza..

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