EQUILIBRIO DIGITALEMinimalismo digitale: meno tecnologia, più tempo per te
È disponibile il terzo episodio di Equilibrio Digitale, il podcast di Luca Conti. Puoi iscriverti e ascoltarlo su iTunes (dove puoi anche lasciare la tua recensione) oppure cliccando sul visore qui sotto.
Dare importanza alle cose che meritano veramente: è questo il significato profondo della parola minimalismo, uno stile di vita che aiuta a fare chiarezza nel lavoro e nella vita.
“Meno è meglio” si sposa bene con il design, con ‘ambientalismo e anche con il rapporto che abbiamo con la tecnologia. Con una sola eccezione, che è data da un altro concetto-chiave, diventato per me quasi un mantra: un dispositivo, una funzione.
Concentrare tutte le attività in un solo smartphone ci espone inesorabilmente a essere distratti: meglio, dunque, usare un device che faccia solo una cosa. Un esempio? Un lettore di e-book: ti fa immergere nella lettura senza che nessuno ti disturbi.
Togliere il superfluo è un esercizio che andrebbe praticato costantemente, appena senti che stai ricominciando ad accumulare oltre i tuoi limiti reali. Fare spazio nel tuo disco rigido, ad esempio, consente di liberarti di tutto ciò di cui non hai bisogno e di dedicare tempo e attenzione a ciò che per te conta e ha più valore.
Questi i link ai contenuti aggiuntivi e ai file originali degli inserti video:
L’articolo sul minimalismo pubblicato sul blog di Luca Conti.
Dal trailer del documentario The Minimalist (disponibile su Netflix), sono tratte queste frasi (di Joshua Fields Millburn, protagonista con Ryan Nicodemus):
Il minimalismo è quella cosa che ci porta oltre le cose, così che possiamo fare spazio per le cose più importanti della vita, che in realtà non sono affatto delle cose.
2015: To a Year of Connecting and Disconnecting, di Gianfranco Chicco.
The $12 Alarm Clock – The beauty of single use devices, di Micah Baldwin.
100 Blocks a Day, di Tim Urban.
FOMO and social media, di Caterina Fake.
Le frasi di Caterina Fake sulla Fomo e di Anil Dash sulla Jomo sono tratte dalla puntata When FOMO meets JOMO del podcast Note to Self.
Caterina Fake: Ho sentito pronunciare quella parola per la prima volta da mia figlia. Mi disse di non essere stata invitata a una festa, una sera, e per questo provava una terribile FOMO. Allora pensai tra me: “Wow, quella definizione esemplifica l’esperienza sui social media.
Anil Dash: Ho scritto questo pezzo intitolato “The Joy of Missing Out” che è stato letteralmente ispirato dalla nascita di mio figlio, la serie in cui è nato. Avrei dovuto andare a un concerto di Prince, la sera in cui mia moglie ha avuto le doglie. Amavo Prince, sono un esperto delle sue canzoni. Pensai che avrei rimpianto di non aver visto quello show, che tra l’altro era al Madison Square Garden e sarebbe stato bellissimo, e invece non provai nessun dispiacere, anzi stavo vivendo il momento più profondo della mia vita: sarei andato a un concerto a un’altra volta.
La televisione ti accorcia la vita e la paura di perdersi qualcosa, pubblicato da Luca Conti su Pandemia.
Che cos’è la trasmissione Uomini e Donne.
Un dispositivo per le distrazioni, pubblicato da Luca Conti su Pandemia.
Constantly distracted? Buy a second distractions device, di Chris Bailey.