Il XIX secolo, per il cioccolato, è stato un periodo di svolta. Il cibo degli Dei esce, infatti, dall’Ottocento completamente trasformato: non più una bevanda elitaria e amara, ma un cibo dolce e per le masse; spesso prodotto aggiungendo latte o nocciole (secondo una teoria affascinante, per ovviare al “blocco napoleonico” che aveva ridotto le importazioni di cacao); in un formato lucido che non va nemmeno masticato, perché si fonde in bocca.
A questa profonda trasformazione concorrono soprattutto tre nazioni: il Regno Unito, la Svizzera e l’Italia, in particolare con la città di Torino, dove in un caffè all’interno della Galleria Subalpina due confettieri originari del Canavese inventano un cioccolatino famoso almeno quanto il gianduiotto: il cremino.
Tutti gli episodi
1. Un alimento speciale, prezioso come l’oro
Il cacao ha sempre avuto un ruolo molto particolare per i popoli che lo hanno consumato. Nelle civiltà mesoamericane, che lo hanno addomesticato, coltivato e utilizzato per primi come alimento, era usato anche come moneta: con cento semi di cacao si poteva comprare un esemplare femmina di tacchino; per un
2. Le radici del cibo degli dei
Dove nasce il cacao? Quali sono le principali varietà? Quali caratteristiche ha in natura? E in che modo veniva consumato dalle popolazioni che lo scoprirono e lo utilizzarono per prime? Oggi, infine, quali sono le sfide (ambientali e produttive) che deve affrontare questa coltivazione così diffusa e preziosa ma altrettanto
3. Arriva il cioccolato, e l’Europa perde la testa
Non esistono documenti che certifichino con esattezza la data o l’anno. Si sa, per esempio, che nel 1544 una delegazione di Maya Kekchi – una popolazione originaria degli attuali territori di Guatemala e Belize – venne portata in Spagna per incontrare il Principe Filippo, e che in quell’occasione al sovrano
4. “Svizzero?”. “No,…”. Il cioccolato per tutti!
Dopo essere stato per oltre 28 secoli un alimento destinato esclusivamente alle élite, alla fine del Settecento il cioccolato inizia a diventare in molte parti d’Europa un prodotto popolare che può consumare chiunque abbia minime possibilità economiche.
6. Il mondo del cioccolato, il cioccolato nel mondo
Il 20 dicembre 2015 il New York Times riporta la notizia che uno dei più noti produttori di cioccolato artigianale degli Stati Uniti (Mast Brothers) ha ingannato i propri consumatori: non utilizzava solo fave per le sue barrette ma anche un semilavorato di origine francese.
1. Un alimento speciale, prezioso come l’oro
Il cacao ha sempre avuto un ruolo molto particolare per i popoli che lo hanno consumato. Nelle civiltà mesoamericane, che lo hanno addomesticato, coltivato e utilizzato per primi come alimento, era usato anche come moneta: con cento semi di cacao si poteva comprare un esemplare femmina di tacchino; per un
2. Le radici del cibo degli dei
Dove nasce il cacao? Quali sono le principali varietà? Quali caratteristiche ha in natura? E in che modo veniva consumato dalle popolazioni che lo scoprirono e lo utilizzarono per prime? Oggi, infine, quali sono le sfide (ambientali e produttive) che deve affrontare questa coltivazione così diffusa e preziosa ma altrettanto
3. Arriva il cioccolato, e l’Europa perde la testa
Non esistono documenti che certifichino con esattezza la data o l’anno. Si sa, per esempio, che nel 1544 una delegazione di Maya Kekchi – una popolazione originaria degli attuali territori di Guatemala e Belize – venne portata in Spagna per incontrare il Principe Filippo, e che in quell’occasione al sovrano
4. “Svizzero?”. “No,…”. Il cioccolato per tutti!
Dopo essere stato per oltre 28 secoli un alimento destinato esclusivamente alle élite, alla fine del Settecento il cioccolato inizia a diventare in molte parti d’Europa un prodotto popolare che può consumare chiunque abbia minime possibilità economiche.
6. Il mondo del cioccolato, il cioccolato nel mondo
Il 20 dicembre 2015 il New York Times riporta la notizia che uno dei più noti produttori di cioccolato artigianale degli Stati Uniti (Mast Brothers) ha ingannato i propri consumatori: non utilizzava solo fave per le sue barrette ma anche un semilavorato di origine francese.