Carolina Guidetti, 23enne di Crevalcore, in provincia di Bologna, è una speedcuber, cioè un’agonista del cubo di Rubik. È la ragazza più veloce d’Italia, per l’esattezza, al 50esimo posto nel ranking nazionale che non è diviso per genere.
La risoluzione di un cubo assomiglia molto alla soluzione di un problema matematico. Ecco perché addentrarci in questo mondo ci aiuta a capire molti stereotipi che lo accomunano a quello delle STEM. Il primo fra questi è che ci voglia talento per riuscire. E invece no: come per la matematica, tutti possono imparare a risolvere il cubo e arrivare a ottimi livelli. Secondo la narrazione a cui siamo abituati, talento significa “essere portati per qualcosa”, ovvero che quel qualcosa ci venga immediatamente facile. Ma non è così: il talento, all’inizio, può essere solo l’essere portati verso qualcosa, ovvero essere spinti dall’interesse per quell’argomento o quella materia. E grazie a quell’interesse metterci impegno, dedizione, ostinazione.
Un secondo stereotipo è quello di una minore predisposizione delle donne verso le materie scientifiche così come verso il cubo di Rubik. Uno stereotipo giustificato proprio dalla loro scarsa presenza in questi ambiti. Ma è proprio questa scarsa presenza che continua a tenerle lontane, perché il nostro cervello è un organo plastico: tende a rispecchiare lo stereotipo in cui è immerso. Ecco perché occorre appassionare al cubo (così come alle STEM) quanto più ragazze possibile. Ed è questa la missione di Carolina.