Questa settimana sono successe due cose che aiutano a capire molto bene che Paese sono oggi gli Stati Uniti, e che presidente è Donald Trump. Una riguarda una storia di cui abbiamo già parlato – l’enorme e letale abuso di farmaci antidolorifici tra gli americani – e il noto potere delle lobby a Washington; l’altra riguarda alcune delle caratteristiche peculiari di Trump, dalla mancanza di empatia alla facilità con cui dice cose false. Solo che stavolta le ha dette su un tema doloroso e delicato, su cui di solito i politici sono attentissimi.
Questo è l’argomento della 19a puntata della seconda stagione di Da Costa a Costa, il viaggio che Francesco Costa sta compiendo da circa due anni e mezzo nell’America che ha eletto Donald Trump come suo presidente. Puoi ascoltare la puntata su Apple Podcast (dove puoi iscriverti e lasciare la tua recensione) oppure cliccando sul visore di Spreaker qui sotto, oppure ancora attraverso le app più diffuse per iOS e Android.
Questa puntata è stata realizzata con il contributo di basicomo, Composition Book fatti a mano in Italia, subito disponibili su basicomo.com. E con il sostegno di Barracuda Shoes.
Di seguito i link ai contenuti aggiuntivi e le traduzioni degli inserti audio contenuti nella puntata.
President Donald Trump’s Pick For Drug Czar Under Fire (NBC Nightly News, 16/10/17)
Questa sera l’uomo scelto dal presidente Trump come “zar delle droghe”, il deputato della Pennsylvania Tom Marino, è sotto tiro dopo che un’inchiesta di 60 Minutes e Washington Post ha evidenziato che l’epidemia degli oppioidi ha raggiunto nuove vette. Una legge sponsorizzata da Marino, l’anno scorso, aveva reso di più difficile per la Drug Enforcement Agency (DEA) evitare che milioni di pillole stupefacenti inondassero le strade. Secondo l’inchiesta, la legge rende virtualmente impossibile per la DEA bloccare spedizioni sospette di stupefacenti da parte di compagnie di distribuzione di medicinali.
The Whistleblower, l’inchiesta di 60 Minutes e The Washington Post (link)
The Whistlebower, Cbs News (15/10/17) – Introduzione
Nel mezzo della peggiore epidemia di stupefacenti della storia americana, la capacità della Drug Enforcement Administration di tenere gli additivi oppiodi lontani dalle strade degli Stati Uniti è stata fatta deragliare. Questo, secondo John Rannazzisi, uno dei più importanti informatori mai intervistati da 60 Minutes. Rannazzisi ha guidato l’ufficio della DEA di “controllo dello sviamento”, la divisione che regola e controlla l’industria farmaceutica. Ora, in un’inchiesta comune condotta da 60 Minutes e Washigton Post, Rannazzisi racconta i retroscena di come, egli afferma, alla crisi degli oppioidi è stato consentito di allargarsi, sotto la guida del Congresso, di lobbisti e di un’industria della distribuzione dei medicinali che ha spedito senza quasi alcun controllo centinaia di milioni di pillole a farmacie criminali e a cliniche del dolore, offrendo il combustibile per far esplodere una crisi che negli ultimi due decenni è costata la vita a duecentomila persone.
Kermit, West Virginia, il paese con il tasso di overdose più alto d’America (link)
The Whistlebower, Cbs News (15/10/17) – Rannazisi / 1
John Rannazzisi: “Questa è un’industria che è fuori controllo. Quello che vogliono fare è fare quello che vogliono e non importa quale sia legge. E se non seguono la legge in materia di droga, la gente muore. Semplicemente la gente muore”.
The Whistlebower, Cbs News (15/10/17) – Rannazisi / 2
Rannazzisi: “I tre fornitori più grossi sono Cardinal Health, McKesson e AmerisourceBergen. Controllano probabilmente l’85 o il 90% del flusso di farmaci”.
Bill Whitaker, intervistatore: Lei sa le implicazioni di quello che sta dicendo? Cioè che queste grandi aziende sapevano di pompare nelle comunità americane faremaci che uccidevano le persone.
Rannazzisi: “Questa non è un’implicazione. Questo è un dato di fatto. Questo è esattamente ciò che hanno fatto”.
The Whistlebower, Cbs News (15/10/17) / 3
Jonathan Novak: “Alcuni dei migliori e più brillanti ex avvocati della DEA ora sono dall’altra parte e conoscono tutti i punti deboli. Ci sono le loro impronte digitali su memo, regolamenti ed email spediti e pubblicati dove puoi vedere già questo intruglio di argomenti su ciò che avrebbero potuto argomentare in futuro”.
Trump e i familiari dei soldati morti (Usa Today, 16/10/17)
“Ho scritto loro lettere personali. Sono state spedite o saranno spedite questa sera, ma sono state scritte nel weekend. A un certo punto, chiamerò i genitori e le famiglie, perché è quello che ho sempre fatto. Mi è dispiaciuto molto, molto. Mi dispiace sempre. È la cosa più difficile… Le telefonate più difficili da fare sono quelle dove questo accade. Soldati sono uccisi. È una cosa molto difficile. Ora, arriva a un punto in cui, sai, ne fai quattro o cinque in un giorno… è un giorno molto, molto difficile. Per me è in assoluto il più difficile. Quindi la maniera tradizionale… Il presidente Obama e altri presidenti, molti di loro non hanno fatto telefonate. Molti di loro non hanno chiamato. A me piace telefonare quando è il caso, quando penso di essere in grado di farlo. Queste persone hanno compiuto l’estremo sacrificio. Quindi, generalmente, direi che mi piace chiamare. Lo farò, voglio che passi un po’ di tempo. Li chiamerò. L’ho fatto, lei lo sa, da quando sono presidente l’ho fatto. Ma in più, ho scritto lettere personalmente ai soldati di cui stiamo parlando e stanno per essere spedite tra oggi e domani”.