Nell’ottava puntata di Da Costa a Costa, l’analisi dei motivi che hanno portato Hillary Clinton a perdere le elezioni nonostante fosse considerata da tutti gli osservatori la favorita. Puoi ascoltare la puntata su iTunes (dove puoi iscriverti e scrivere una tua recensione) o dal visore di Spreaker qui sotto oppure ancora attraverso le app più diffuse per i podcast.
Sei mesi dopo il voto, abbiamo molti più elementi per capire cosa è andato storto per la candidata dei Democratici lo scorso 8 novembre. È vero, come dice lei, che ha perso le elezioni solo per la decisione dell’FBI di annunciare la riapertura dell’indagine sulle sue email? Perché l’FBI ha parlato pubblicamente in campagna elettorale dell’indagine su Clinton e non su quella su Trump e la Russia, che andava avanti da luglio? Nel frattempo i Repubblicani sono riusciti ad approvare una legge di bilancio, pur tradendo molte delle promesse elettorali di Trump, e hanno ottenuto la loro prima vera vittoria politica al Congresso: alla Camera è passata una legge che abolisce diverse parti importanti della riforma sanitaria di Obama. La vera battaglia sulla sanità e Obamacare però si giocherà al Senato.
Qui di seguito puoi trovare i link ai contenuti aggiuntivi e le traduzioni in italiano degli inserti audio in lingua originale.
Hillary Clinton attribuisce la sconfitta a Comey e ai Wikileaks russi (CNN – 2/5/2017)
«Non è stata una campagna perfetta, non c’è dubbio. Ma ero sulla strada della vittoria finché la combinazione della lettera di Jim Comey, del 28 ottobre, e del Wikileaks russo ha sollevato dei dubbi nella mente di gente che era intenzionata a votare per me, ma si è spaventata. Questa somma di eventi, secondo me, è stata convincente, persuasiva, e abbiamo cercato di superarla durante la campagna. Abbiamo dovuto affrontare un imponente sbarramento di negatività, false convinzioni e molto altro. Ma come ha detto Nate Silver, che non lavora per me ma è un analista indipendente ed è considerato molto affidabile, se l’elezione si fosse svolta il 27 ottobre io sarei stata eletta presidente. Così non è stato. Questo è successo il 28 e molte cose bizzarre si sono diffuse intorno a questa storia. Fatevi una domanda: entro un’ora o due dalla pubblicazione delle registrazioni di Hollywood, il furto delle email da parte dei russo ha colpito Wikileaks. Che coincidenza! Non puoi rendere pubblica solo questa roba.
Quindi, abbiamo fatto degli errori? Naturalmente sì. Io ho commesso degli errori? Mio Dio, sì. Leggerete la mia confessione e la mia richiesta di assoluzione. Ma il motivo per cui io credo di aver perso è stata quella combinazione di eventi negli ultimi dieci giorni. Penso che possiate verificare il mio vantaggio nella prima parte della campagna elettorale. Era un vantaggio netto, e non soltanto per i miei analisti e per chi faceva sondaggi per me: c’era una valutazione molto chiara su quale fosse la distribuzione dei voti».
L’analisi di Nate Silver sui motivi della sconfitta di Hillary Clinton.
Peggiora lo scandalo delle email private di Hillary Clinton (CNN – 4/3/2015)
Reporter: Mentre la notizia che Hillary Clinton ha gestito il suo incarico di sergetario di Stato basandosi esclusivamente sulla propria email personale si abbatteva su Washington, lei ha iniziato un incontro con alcuni sostenitori per raccogliere fondi senza menzionare la controversia.
Hillary Clinton: «Non volete vedere, un giorno, una donna diventare presidente degli Stati Uniti?».
Reporter: Mercoledì mattina la Associated Press ha riportato che non solo Clinton usava mail private, ma che era proprietaria del server che le inviava e le riceveva. Un suo assistente ha detto che il suo uso delle mail private non era nefasto ma gli osservatori politici pensano il contrario.
La deposizione di James Comey (Viral News – 3/5/2017)
Per tutta la vita ho cercato di garantire la credibilità e l’integrità delle procedure della giustizia penale, in cui il popolo americano crede, perché siano giuste, indipendenti e oneste. E dunque la scorsa primavera mi sono chiesto: come possiamo completare in maniera credibile l’inchiesta sulle email di Hillary Clinton se concludiamo che non c’è nulla su cui procedere? Il Dipartimento di Giustizia lo ha comunicato e, mentre eravamo vicini alla conclusione delle indagini, ho dovuto combattere con una serie di cose di cui non posso ancora parlare ma che mi hanno fatto pensare che la guida del dipartimento non potesse credibilmente completare l’inchiesta e non aprire un procedimento penale senza un grosso danno per la fiducia del popolo americano nel sistema giudiziario. Non sto dando la responsabilità all’Atorney general Loretta Lynch, il cui lavoro mi piace molto, ma il suo incontro con il presidente Bill Clinton su quell’aereo è stato fondamentale per me. Mi sono detto: “Il dipartimento non può concludere in maniera credibile questa indagine”. Meglio fare un passo indietro e dire al popolo americano: “Guardate, questo è quello che ha trovato l’FBI, questo è il quello che abbiamo trovato noi, questo è quello che pensiamo”. Questo avrebbe dato la migliore possibilità alla gente di credere nel sistema e al fatto che tutto fosse stato fatto in maniera credibile. Non è stato facile per me chiamare l’Attorney General quel giorno e dirle: “Sto per convocare una conferenza stampa, non ti dirò che cosa andrò a riferire e spero che un giorno capirai perché devo fare un passo del genere”. Sia chiaro, non mi piaceva fare quello che ho fatto, sapevo che sarebbe stato disastroso per me, personalmente, ma ho pensato che questo fosse il modo migliore per proteggere queste istituzioni di cui ci preoccupiamo così tanto.
Comey: «Ho scelto tra un’opzione davvero brutta e una catastrofica» (BBC News – 3/5)
E poi ho affrontato la scelta. Ho vissuto tutta la mia carriera seguendo la tradizione che se puoi evitare qualsiasi azione che abbia un impatto sulle elezioni, evitala. Quando quel giorno mi sono seduto, non potevo trovarmi di fronte a una porta su cui fosse scritto “Nessuna Azione”. Mi sono trovato, piuttosto, di fronte a due porte: su una era scritto “Parla”, sull’altra “Nascondi”. Le ho osservate e ho pensato: “Parlare sarebbe stato davvero brutto. C’è un’elezione tra undici giorni, Dio sa quanto sarebbe stato brutto. Nascondere, secondo me, sarebbe stato però catastrofico. Vedete, questo per me è terribile, mi fa venire la nausea l’idea che io abbia potuto influenzare le elezioni, ma onestamente questo non cambierebbe la mia decisione. Chiunque non sia d’accordo con me, dovrebbe tornare con me al 28 ottobre e guardare quelle due porte e dirmi che cosa avrebbe fatto: avrebbe parlato o avrebbe nascosto? Mi sbaglierò, ma onestamente abbiamo fatto una scelta tra quelle due possibilità, e anche se ora so che sono state così dolorose l’avrei fatta nello stesso modo.
Perché i Democratici hanno perso i voti che erano andati a Obama.
The Onion: «Ho votato per Trump, ma ho letto 800 pagine di filosofia femminista e mi sono pentito»
Io ho votato per Donald Trump. Ho votato per Trump perché pensavo che avrebbe creato un’America migliore per chiunque. Ma dopo aver letto più o meno 800 pagine di Teoria Femminista Queer, mi sono reso conto di quanto sia stato ingannato. Dovete capire, vengo da una piccola cittadina industriale della Pennsylvania, se avessi conosciuto i testi fondativi della teoria intersezionale, non avrei mai urlato: “Fermatela! Fermatela”. Ci hanno detto che Hillary Clinton era il nemico, ma ora mi è chiaro che il vero nemico è una società patriarcale e capitalista che conserva il suo ascendente facendo apparire le donne potenti e ambiziosi come una minaccia solo per mantenere il mio status in un sistema appositamente disegnato per un maschio bianco eterossesuale come me. Gesù!
Quando Donald Trump ha detto che avrebbe reso l’America di nuovo grande, ora è chiaro che volesse solo far leva sulla mia complicità e il mio comfort in una struttura sociale non paritaria che spoglia in maniera ineguale le donne e le minoranze in particolare omosessuali e queer di colore, della loro autonomia e cerca di soggiogarli a un ordine androcratico inveterato e volutamente antagonistico. L’ho capito adesso dopo aver assistito a una gara di poesia gender fluid non-binary a Swarthmore. Anche un paio di colleghi di lavoro hanno partecipato e ora non parliamo d’altro mentre siamo alla catena di montaggio.
Trump mi piaceva perché pensavo che dicesse la verità. Ma chi dice davvero la verità? Judith Butler. “Il genere non sta alla cultura come il sesso sta alla natura; genere è anche i significati culturali/digressivi attraverso i quali “la natura sessuata” o un “sesso naturale” è prodotto e definito come “predigressivo e precedente alla cultura, una superficie politica neutrale sul quale la cultura si sviluppa”. Se solo lo avessi saputo a novembre, non avrei mai votato per Trump. Dio! Come ho potuto essere così stupido?
Il congresso approva la legge sanitaria in una grande vittoria di Trump
La Camera ha approvato a stento la legge che abroga le parti principali dell’Obamacare e le sostituisce con un Piano Repubblicano per la Salute. Il voto è stata la vittoria più importanti dall’inizio della legislatura per il presidente Donald Trump. Paul Howard, direttore della Politica sanitaria al Manhattan Institute: «Penso che i Repubblicani stiano cambiando pezzi di legislazione per spostare in avanti il mercato, dal loro punto di vista. Ma credo che il Senato sarà luogo dove si giocherà la partita molto più intensamente e penso che in poche settimane, al massimo due mesi, saremo qui a fare ragionamenti diversi».