«Il musulmano italiano è una persona che si riconosce nella sua italianità ma, allo stesso tempo, riconosce la sua diversità nella religione». Secondo una classificazione per culto, i musulmani sono più del 33% degli stranieri presenti nel nostro Paese. Spesso sono di seconda generazione, legati alle tradizioni d’origine, ma si «riconoscono nelle istituzioni italiane e parlano italiano con i coetanei e alla società», dice Abderrazzak Lemkhannet, 31 anni, coordinatore della moschea di Piacenza e membro del direttivo dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, individuato come leader di questa puntata.
«Arriva sempre il velo prima di me», dice invece Marwa Mahmoud, consigliera comunale di Reggio Emilia, per rappresentare lo sforzo di dare un’immagine corretta della propria fede, la lotta ai pregiudizi e alle paure, e soprattutto la ricerca di un’intesa e di riconoscimenti da parte dello Stato italiano. Queste sono alcune delle sfide che giovani come lei e come Youness Warhou, tra i fondatori del movimento Italiani senza identità, hanno scelto di affrontare, costruendo ponti tra i precetti della fede e i valori della Costituzione.
Tutti gli episodi
1. I cattolici in mezzo al guado
«So di dare un’immagine un po’ anziana della chiesa cattolica», dice Alessandra, «ma io la vedo come i miei nonni, che mi accompagnano e mi danno una direzione, a cui forse manca un po’ di intuito, di freschezza, di novità».
Alessandra ha 31 anni, è laureata in Teologia e
2. Ortodossi, la chiesa come appartenenza
Comunità è la parola chiave della parrocchia ortodossa romena di Verona a cui fanno capo circa 6.000 persone. Il luogo, fisico e spirituale, animato da padre Gabor Codrea, in cui la religione accoglie, aggrega, ricompone, dà punti di riferimento a chi li ha cercati con molta fatica.
3. Essere Valdesi, uno sguardo sul mondo
«Più incontro persone più mi vado convincendo che un bisogno di spiritualità da parte dei giovani esiste ed è forte», dice Ilenya Goss, pastora della chiesa valdese di Mantova. «Forse siamo noi a non riuscire a proporre i nostri contenuti con linguaggi e forme moderne e più immediate».
4. Gli ebrei, con un piede impigliato nella Storia
«Da dove vieni? È una domanda che inevitabilmente guarda al passato quella con cui si apre l’episodio dedicato ai giovani delle comunità ebraiche italiane, in un viaggio che parte dal Tempio Maggiore di Roma e arriva alla Sinagoga di Milano, passando per il ghetto di Venezia.
1. I cattolici in mezzo al guado
«So di dare un’immagine un po’ anziana della chiesa cattolica», dice Alessandra, «ma io la vedo come i miei nonni, che mi accompagnano e mi danno una direzione, a cui forse manca un po’ di intuito, di freschezza, di novità».
Alessandra ha 31 anni, è laureata in Teologia e
2. Ortodossi, la chiesa come appartenenza
Comunità è la parola chiave della parrocchia ortodossa romena di Verona a cui fanno capo circa 6.000 persone. Il luogo, fisico e spirituale, animato da padre Gabor Codrea, in cui la religione accoglie, aggrega, ricompone, dà punti di riferimento a chi li ha cercati con molta fatica.
3. Essere Valdesi, uno sguardo sul mondo
«Più incontro persone più mi vado convincendo che un bisogno di spiritualità da parte dei giovani esiste ed è forte», dice Ilenya Goss, pastora della chiesa valdese di Mantova. «Forse siamo noi a non riuscire a proporre i nostri contenuti con linguaggi e forme moderne e più immediate».
4. Gli ebrei, con un piede impigliato nella Storia
«Da dove vieni? È una domanda che inevitabilmente guarda al passato quella con cui si apre l’episodio dedicato ai giovani delle comunità ebraiche italiane, in un viaggio che parte dal Tempio Maggiore di Roma e arriva alla Sinagoga di Milano, passando per il ghetto di Venezia.