Le aree interne e i piccoli borghi rappresentano il 60% del territorio italiano. Vere ricchezze, che però, a partire dagli anni del boom economico, hanno vissuto un progressivo spopolamento.

Durante la pandemia questa tendenza si è invertita: migliaia di persone, soprattutto giovani, hanno cercato di reinventarsi lasciando uffici e grandi città per trasferirsi in posti più piccoli. Come nuovi “Ulissi”, in molti sono tornati a casa, al Sud o in montagna, da dove anni prima erano fuggiti. Se questo fenomeno si confermerà in futuro, che cosa si sta facendo per investire nella valorizzazione dei borghi e nel recupero delle abitazioni? Come si potrà vivere coniugando la necessità di infrastrutture adeguate e il desiderio di stare più a contatto con la natura?

Ma soprattutto, quali benefici e quali conseguenze possono derivare dalla scelta di un’esistenza lontana dalle grandi città? E in che modo si potrà sfruttare il bagaglio di esperienze e conoscenze della vita precedente per creare nuove opportunità in luoghi che, come dice la professoressa Elena Granata, «non devono rinascere, ma essere reinventati e riscritti»?

Ne parliamo con: Elisa Bacchetti, responsabile di GrandUp! Impact Mountain School, Andrea Membretti, sociologo e coordinatore scientifico di una ricerca svolta da Riabitare l’Italia, ed Elena Militello, fondatrice dell’associazione South Working.

Tutti gli episodi

1. “The New Normal”, la nuova normalità

La pandemia ha cambiato la nostra percezione della casa: prima rifugio, poi prigione; fortezza e caverna. Un luogo in cui abbiamo dovuto sperimentare nuove forme di sopravvivenza e di convivenza, di creatività e capacità di adattamento. Ecco perché..

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10. La nuova casa: aperta, digitale, naturale

Stiamo vivendo un momento di transizione profonda e, per questo drammatica, soprattutto nei suoi risvolti sociali e ambientali. La pandemia ha indotto e più spesso imposto un cambiamento di alcuni elementi base della civiltà occidentale che coinvolgono la relazione tra individui e comunità, a cominciare dall’uso degli spazi nelle nostre

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2. Il corpo, i sensi e la scoperta della cucina

Nei mesi scorsi la casa è stata il luogo in cui i sensi hanno potuto essere accolti e ampliati al riparo dal rumore e dalla paura delle città. Il Covid-19, però, li ha colpiti per primi: uno dei sintomi più evidenti della malattia, infatti, è stata la perdita dell’olfatto

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3. Balconi, terrazzi, giardini: la ricerca del verde

«Durante il secondo lockdown», racconta il cantautore Motta, «con mia moglie (l’attrice Carolina Crescentini) abbiamo deciso di trasferirci per un mese in campagna a Sacrofano, a 40 minuti da Roma. Dovevamo stare lì un mese, alla fine siamo rimasti sei mesi». E Motta non è il solo.

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4. L’ufficio in soggiorno e un divano in ufficio

Tra aprile e novembre del 2021, un milione 195.875 italiani si sono dimessi volontariamente: il 23% in più rispetto ai tempi pre-Covid e soprattutto nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni. Sono queste le dimensioni del fenomeno delle “grandi dimissioni” che sta sconvolgendo il mondo del lavoro

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6. Milano e le periferie

Irrequieta, cannibale, contraddittoria e amante del futuro. Milano ha fatto della modernità la sua cifra. Anche troppo, nel senso che corre a una velocità impressionante, lasciando indietro chi corre a una velocità diversa. Tanto che le richieste di misure di sostegno, cioè reddito e pensione di cittadinanza..

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7. La casa è un palcoscenico

Durante il lockdown, quando “Zoom” è diventata una delle parole più pronunciate al mondo, in soggiorno o in un angolo della cucina abbiamo allestito un vero e proprio set nel quale metterci in scena nelle relazioni con il mondo esterno. Abbiamo scelto gli sfondi, i colori, le luci, perfino i

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8. Il co-working è la nuova piazza

«Saranno luoghi dove andare a incontrare persone, costruire relazioni, stimolare idee e progetti», dice Davide Dattoli, co-fondatore di uno degli spazi di condivisione del lavoro più famosi al mondo, Talent Garden. E saranno soprattutto network aperti, che dialogheranno con i quartieri che li circondano..

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9. Convivere, coabitare, condividere

Vicini di strada, di casa e di vita. Si incontrano online e ora di nuovo dal vivo, condividendo alcuni valori fondamentali: partecipazione, inclusione sociale e gratuità. Sono i membri delle social street – come quella del quartiere NoLo a Milano, la più famosa del momento..

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1. “The New Normal”, la nuova normalità

La pandemia ha cambiato la nostra percezione della casa: prima rifugio, poi prigione; fortezza e caverna. Un luogo in cui abbiamo dovuto sperimentare nuove forme di sopravvivenza e di convivenza, di creatività e capacità di adattamento. Ecco perché..

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10. La nuova casa: aperta, digitale, naturale

Stiamo vivendo un momento di transizione profonda e, per questo drammatica, soprattutto nei suoi risvolti sociali e ambientali. La pandemia ha indotto e più spesso imposto un cambiamento di alcuni elementi base della civiltà occidentale che coinvolgono la relazione tra individui e comunità, a cominciare dall’uso degli spazi nelle nostre

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2. Il corpo, i sensi e la scoperta della cucina

Nei mesi scorsi la casa è stata il luogo in cui i sensi hanno potuto essere accolti e ampliati al riparo dal rumore e dalla paura delle città. Il Covid-19, però, li ha colpiti per primi: uno dei sintomi più evidenti della malattia, infatti, è stata la perdita dell’olfatto

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3. Balconi, terrazzi, giardini: la ricerca del verde

«Durante il secondo lockdown», racconta il cantautore Motta, «con mia moglie (l’attrice Carolina Crescentini) abbiamo deciso di trasferirci per un mese in campagna a Sacrofano, a 40 minuti da Roma. Dovevamo stare lì un mese, alla fine siamo rimasti sei mesi». E Motta non è il solo.

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4. L’ufficio in soggiorno e un divano in ufficio

Tra aprile e novembre del 2021, un milione 195.875 italiani si sono dimessi volontariamente: il 23% in più rispetto ai tempi pre-Covid e soprattutto nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni. Sono queste le dimensioni del fenomeno delle “grandi dimissioni” che sta sconvolgendo il mondo del lavoro

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6. Milano e le periferie

Irrequieta, cannibale, contraddittoria e amante del futuro. Milano ha fatto della modernità la sua cifra. Anche troppo, nel senso che corre a una velocità impressionante, lasciando indietro chi corre a una velocità diversa. Tanto che le richieste di misure di sostegno, cioè reddito e pensione di cittadinanza..

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7. La casa è un palcoscenico

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