«Da dove vieni? È una domanda che inevitabilmente guarda al passato quella con cui si apre l’episodio dedicato ai giovani delle comunità ebraiche italiane, in un viaggio che parte dal Tempio Maggiore di Roma e arriva alla Sinagoga di Milano, passando per il ghetto di Venezia. La difficile rielaborazione di una Storia dolorosa, quale la Shoah, è la costante di una galassia tutt’altro che monolitica.

Miriam Camerini, scelta come figura leader per il valore della testimonianza che incarna, è cresciuta in una famiglia molto osservante e sta studiando per diventare la prima rabbina ortodossa d’Italia: «Più volte mi sono detta quanto sono felice di essere donna ed ebrea perché non vorrei mai essere parte di un establishment che esclude l’altro, preferisco essere esclusa e lottare per entrare che stare tra quelli che sono dentro e tengono gli altri fuori». 

Davide, 43 anni, musicista, viene invece da una famiglia non praticante (di cui faceva parte lo scrittore Carlo Levi) ma si è riavvicinato alle proprie origini religiose, attratto dalla «libertà che viene lasciata al pensiero» e dalla circostanza che l’Ebraismo «non si completa mai, è sempre un tendere verso qualcosa, un orizzonte dove però non arriverai mai, come le utopie».

Tutti gli episodi

1. I cattolici in mezzo al guado

«So di dare un’immagine un po’ anziana della chiesa cattolica», dice Alessandra, «ma io la vedo come i miei nonni, che mi accompagnano e mi danno una direzione, a cui forse manca un po’ di intuito, di freschezza, di novità».

Alessandra ha 31 anni, è laureata in Teologia e

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2. Ortodossi, la chiesa come appartenenza

Comunità è la parola chiave della parrocchia ortodossa romena di Verona a cui fanno capo circa 6.000 persone. Il luogo, fisico e spirituale, animato da padre Gabor Codrea, in cui la religione accoglie, aggrega, ricompone, dà punti di riferimento a chi li ha cercati con molta fatica.

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3. Essere Valdesi, uno sguardo sul mondo

«Più incontro persone più mi vado convincendo che un bisogno di spiritualità da parte dei giovani esiste ed è forte», dice Ilenya Goss, pastora della chiesa valdese di Mantova. «Forse siamo noi a non riuscire a proporre i nostri contenuti con linguaggi e forme moderne e più immediate».

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5. Da un Islam in Italia a un Islam italiano

«Il musulmano italiano è una persona che si riconosce nella sua italianità ma, allo stesso tempo, riconosce la sua diversità nella religione». Secondo una classificazione per culto, i musulmani sono più del 33% degli stranieri presenti nel nostro Paese.

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1. I cattolici in mezzo al guado

«So di dare un’immagine un po’ anziana della chiesa cattolica», dice Alessandra, «ma io la vedo come i miei nonni, che mi accompagnano e mi danno una direzione, a cui forse manca un po’ di intuito, di freschezza, di novità».

Alessandra ha 31 anni, è laureata in Teologia e

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2. Ortodossi, la chiesa come appartenenza

Comunità è la parola chiave della parrocchia ortodossa romena di Verona a cui fanno capo circa 6.000 persone. Il luogo, fisico e spirituale, animato da padre Gabor Codrea, in cui la religione accoglie, aggrega, ricompone, dà punti di riferimento a chi li ha cercati con molta fatica.

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3. Essere Valdesi, uno sguardo sul mondo

«Più incontro persone più mi vado convincendo che un bisogno di spiritualità da parte dei giovani esiste ed è forte», dice Ilenya Goss, pastora della chiesa valdese di Mantova. «Forse siamo noi a non riuscire a proporre i nostri contenuti con linguaggi e forme moderne e più immediate».

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5. Da un Islam in Italia a un Islam italiano

«Il musulmano italiano è una persona che si riconosce nella sua italianità ma, allo stesso tempo, riconosce la sua diversità nella religione». Secondo una classificazione per culto, i musulmani sono più del 33% degli stranieri presenti nel nostro Paese.

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