Da almeno quarant’anni, alcune delle più grandi compagnie petrolifere al mondo sanno che le loro attività sono alla base dei cambiamenti climatici. Addirittura nel 1959 lo scienziato Edward Teller (il padre della bomba atomica) fu invitato a un convegno per il centenario dell’American Petroleum Institute e tenne un discorso premonitore sulla correlazione tra combustibili fossili, anidride carbonica e riscaldamento globale.
Eppure, quelle compagnie non hanno fatto nulla (e tuttora fanno molto poco) per cambiare il proprio modello di business. Anzi: hanno finanziato e diffuso la disinformazione sulla scienza del clima, e ancora di recente, mentre i leader di 200 Paesi cercavano nuovi accordi alla Cop26 di Glasgow, i loro responsabili si sono nascosti dietro una cortina di parole durante un’audizione al Congresso degli Stati Uniti.
In questo episodio, insieme a Marco Grasso (professore di Geografia Economica e Politica all’Università di Milano-Bicocca) e Sabina Zambon, professore di scoprirete i nomi e le responsabilità di queste aziende, grazie anche alle testimonianze dei giornalisti Stefano Vergine e Serena Tarabini.
L’illustrazione della cover è di Studio Pym.
Ascolta “Benzina sul fuoco”, il podcast di Marco Grasso e Sabina Zambon, prodotto da Piano P, che approfondisce i temi dei cambiamenti climatici con rigore, dati, lavori scientifici e la partecipazione di esperti autorevoli. La serie è disponibile su tutte le piattaforme: iscriviti per rimanere aggiornato sulle nuove puntate in uscita nelle prossime settimane.
Se il podcast ti è piaciuto, regalaci anche un cuoricino, una stellina, insomma, un segno di gradimento: per noi è molto importante!
“Benzina sul fuoco” viene diffuso da Piano P con la partecipazione di FIAB Italia Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Cittadini per l’Aria onlus, “Il colore verde” la newsletter settimanale sulla crisi climatica a cura di Nicolas Lozito e ForEst – Studio Naturalistico.
Tutti gli episodi

1. Il petrolio è dappertutto
I vestiti, i mobili, i computer, gli smartphone, i dentifrici, i rossetti: qualsiasi cosa è un prodotto del petrolio, sia pure indiretto. Il petrolio è la fonte primaria di energia, il principale carburante dell’economia globale, la risorsa più importante del mondo, con effetti drammatici sul clima.

3. Il negazionismo climatico
Esiste una probabilità su un milione che i cambiamenti climatici non siano causati dalle attività umane, la stessa certezza scientifica dell’esistenza della cosiddetta particella di Dio, il bosone di Higgs. Perché, allora, questa verità viene ancora oggi negata? Perché molte persone hanno ancora dubbi sulle cause dei cambiamenti climatici?

4. Scendiamo in piazza per il clima
Da qualche anno – la prima manifestazione risale all’autunno del 2018 – il dibattito sui cambiamenti climatici ha trovato nuovi protagonisti nei gruppi di attivisti: giovani, competenti, appassionati e anche molto coreografici, come i ragazzi di Fridays for Future ed Extinction Rebellion..

5. Chi rompe paga
È un principio che si applica più o meno dappertutto, ma per qualche strano motivo nelle vicende dei cambiamenti climatici l’onere del risarcimento sembra che non valga. Sulla base dei dati scientifici, le grandi compagnie petrolifere dovrebbero compensare le vittime degli impatti climatici, ripulire il proprio business e quindi smettere

1. Il petrolio è dappertutto
I vestiti, i mobili, i computer, gli smartphone, i dentifrici, i rossetti: qualsiasi cosa è un prodotto del petrolio, sia pure indiretto. Il petrolio è la fonte primaria di energia, il principale carburante dell’economia globale, la risorsa più importante del mondo, con effetti drammatici sul clima.

3. Il negazionismo climatico
Esiste una probabilità su un milione che i cambiamenti climatici non siano causati dalle attività umane, la stessa certezza scientifica dell’esistenza della cosiddetta particella di Dio, il bosone di Higgs. Perché, allora, questa verità viene ancora oggi negata? Perché molte persone hanno ancora dubbi sulle cause dei cambiamenti climatici?

4. Scendiamo in piazza per il clima
Da qualche anno – la prima manifestazione risale all’autunno del 2018 – il dibattito sui cambiamenti climatici ha trovato nuovi protagonisti nei gruppi di attivisti: giovani, competenti, appassionati e anche molto coreografici, come i ragazzi di Fridays for Future ed Extinction Rebellion..

5. Chi rompe paga
È un principio che si applica più o meno dappertutto, ma per qualche strano motivo nelle vicende dei cambiamenti climatici l’onere del risarcimento sembra che non valga. Sulla base dei dati scientifici, le grandi compagnie petrolifere dovrebbero compensare le vittime degli impatti climatici, ripulire il proprio business e quindi smettere