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1. I resti umani al museo, tra diritto di conoscere e opportunità di esporre
Come viveva un antico egizio? Non uno ideale, ma proprio Imhotep, gran visir del Faraone Thutmose I, o Meres, una ragazzina di 13 anni vissuta ad Assiut 4100 anni fa. Con l’esposizione permanente “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?”, i curatori del Museo Egizio (tra i quali,
3. Un meraviglioso archivio biologico da studiare e conservare
Da un osso del cranio, del bacino o da un dente ricercatrici e ricercatori dell’Eurac Research di Bolzano, dove si studiano resti umani scheletrici o mummificati di diverse origini e diverse epoche, possono ricavare moltissime informazioni di una persona, come il sesso, l’età, la dieta o le malattie di cui soffriva. Un potenziale
4. Tra ricostruzione dell’identità e diritto alla memoria
Che si tratti di antichi romani, santi o naufraghi del Mediterraneo, restituire un nome, una dignità e una memoria ai resti umani è una questione di diritti, e non solo. Ed è anche il lavoro quotidiano del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano..
5. Statuette Kongo e bambole Chankay: i resti umani nelle altre culture
I modi in cui le varie società umane, passate e presenti, trattano la morte e immaginano l’aldilà sono diversi. Tutti, però, provano da sempre a dare risposta ad alcuni bisogni universali. A dircelo sono anche gli oggetti, ritrovati in varie latitudini, che fanno parte dei corredi funerari conservati al Museo
Trailer – Alla ricerca della vita
Nel 2021 il Museo Egizio ha inaugurato una nuova sala intitolata “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?”, dedicata alla ricostruzione della vita nell’antico Egitto attraverso lo studio dei resti umani e dei corredi che li accompagnano.
1. I resti umani al museo, tra diritto di conoscere e opportunità di esporre
Come viveva un antico egizio? Non uno ideale, ma proprio Imhotep, gran visir del Faraone Thutmose I, o Meres, una ragazzina di 13 anni vissuta ad Assiut 4100 anni fa. Con l’esposizione permanente “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?”, i curatori del Museo Egizio (tra i quali,
3. Un meraviglioso archivio biologico da studiare e conservare
Da un osso del cranio, del bacino o da un dente ricercatrici e ricercatori dell’Eurac Research di Bolzano, dove si studiano resti umani scheletrici o mummificati di diverse origini e diverse epoche, possono ricavare moltissime informazioni di una persona, come il sesso, l’età, la dieta o le malattie di cui soffriva. Un potenziale
4. Tra ricostruzione dell’identità e diritto alla memoria
Che si tratti di antichi romani, santi o naufraghi del Mediterraneo, restituire un nome, una dignità e una memoria ai resti umani è una questione di diritti, e non solo. Ed è anche il lavoro quotidiano del Labanof, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano..
5. Statuette Kongo e bambole Chankay: i resti umani nelle altre culture
I modi in cui le varie società umane, passate e presenti, trattano la morte e immaginano l’aldilà sono diversi. Tutti, però, provano da sempre a dare risposta ad alcuni bisogni universali. A dircelo sono anche gli oggetti, ritrovati in varie latitudini, che fanno parte dei corredi funerari conservati al Museo
Trailer – Alla ricerca della vita
Nel 2021 il Museo Egizio ha inaugurato una nuova sala intitolata “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?”, dedicata alla ricostruzione della vita nell’antico Egitto attraverso lo studio dei resti umani e dei corredi che li accompagnano.