«So di dare un’immagine un po’ anziana della chiesa cattolica», dice Alessandra, «ma io la vedo come i miei nonni, che mi accompagnano e mi danno una direzione, a cui forse manca un po’ di intuito, di freschezza, di novità». 

Alessandra ha 31 anni, è laureata in Teologia e insegna religione in una scuola media: è una dei tre protagonisti di questo episodio dedicato ai cattolici con il quale inizia il nostro viaggio nella geografia delle fedi dei trenta-quarantenni in Italia.

Si parte dal Seminario maggiore nel centro storico di Padova, dove una volta gli allievi “erano truppe”, mentre oggi sono poche decine. «C’è certamente un problema di riconoscimento in una comunità da parte di tanti giovani, il che porta a un pellegrinaggio “fai da te” per crearsi un’esperienza personale», conferma Paolo Rappellino, giornalista del mensile Jesus, che abbiamo individuato come personaggio di riferimento. «Anche se il mondo cattolico è molto vario al suo interno, oggi un trentenne credente fa parte di una minoranza».

Tutti gli episodi

2. Ortodossi, la chiesa come appartenenza

Comunità è la parola chiave della parrocchia ortodossa romena di Verona a cui fanno capo circa 6.000 persone. Il luogo, fisico e spirituale, animato da padre Gabor Codrea, in cui la religione accoglie, aggrega, ricompone, dà punti di riferimento a chi li ha cercati con molta fatica.

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3. Essere Valdesi, uno sguardo sul mondo

«Più incontro persone più mi vado convincendo che un bisogno di spiritualità da parte dei giovani esiste ed è forte», dice Ilenya Goss, pastora della chiesa valdese di Mantova. «Forse siamo noi a non riuscire a proporre i nostri contenuti con linguaggi e forme moderne e più immediate».

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4. Gli ebrei, con un piede impigliato nella Storia

«Da dove vieni? È una domanda che inevitabilmente guarda al passato quella con cui si apre l’episodio dedicato ai giovani delle comunità ebraiche italiane, in un viaggio che parte dal Tempio Maggiore di Roma e arriva alla Sinagoga di Milano, passando per il ghetto di Venezia.

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5. Da un Islam in Italia a un Islam italiano

«Il musulmano italiano è una persona che si riconosce nella sua italianità ma, allo stesso tempo, riconosce la sua diversità nella religione». Secondo una classificazione per culto, i musulmani sono più del 33% degli stranieri presenti nel nostro Paese.

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2. Ortodossi, la chiesa come appartenenza

Comunità è la parola chiave della parrocchia ortodossa romena di Verona a cui fanno capo circa 6.000 persone. Il luogo, fisico e spirituale, animato da padre Gabor Codrea, in cui la religione accoglie, aggrega, ricompone, dà punti di riferimento a chi li ha cercati con molta fatica.

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«Più incontro persone più mi vado convincendo che un bisogno di spiritualità da parte dei giovani esiste ed è forte», dice Ilenya Goss, pastora della chiesa valdese di Mantova. «Forse siamo noi a non riuscire a proporre i nostri contenuti con linguaggi e forme moderne e più immediate».

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4. Gli ebrei, con un piede impigliato nella Storia

«Da dove vieni? È una domanda che inevitabilmente guarda al passato quella con cui si apre l’episodio dedicato ai giovani delle comunità ebraiche italiane, in un viaggio che parte dal Tempio Maggiore di Roma e arriva alla Sinagoga di Milano, passando per il ghetto di Venezia.

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5. Da un Islam in Italia a un Islam italiano

«Il musulmano italiano è una persona che si riconosce nella sua italianità ma, allo stesso tempo, riconosce la sua diversità nella religione». Secondo una classificazione per culto, i musulmani sono più del 33% degli stranieri presenti nel nostro Paese.

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