I podcast della casa editrice Il Mulino prodotti da Piano P, in collaborazione con Promedi
In questi tempi in cui tutti hanno una voce, in cui l’informazione è disinformazione e regna spesso il caos, diventa difficile orientarsi tra i molti contenuti che vengono proposti.
Piano P è orgogliosa di presentare la nuova collaborazione con Il Mulino, tra le più autorevoli case editrici a livello europeo, che da oggi affronta i temi di cui si occupa da sempre anche attraverso i podcast. Uno spazio in cui si potranno ascoltare racconti di storia, scienza, filosofia e politica dalla viva voce degli autori.
“Le voci del Mulino” partirà con 9 episodi da 13’ disponibili dal 18 novembre su tutte le piattaforme e sulla pagina dedicata.
Si inizia con Marco Malvaldi (autore di “Il secondo principio”) con “Entropia e altre metafore scientifiche da bar”. Il secondo il terzo episodio hanno come protagonisti Giorgio Manzi, autore di “L’ultimo Neanderthal racconta”, e la paleoantropologia; a seguire visiteremo Gerusalemme in tre tappe in compagnia di Franco Cardini (autore di “Le dimore di Dio”);
infine tre episodi in cui viene esplorata la vita degli antichi romani, con Giulio Guidorizzi (autore di “Il grande racconto di Roma antica e dei suoi sette re”).
Le voci del Mulino è stato realizzato per la Società Editrice Il Mulino da Piano P in collaborazione con Promedi. Tutti gli episodi sono condotti da Carlo Annese, giornalista e fondatore di Piano P. L’illustrazione di copertina è di Alberto Lot. La sigla originale è di Paolo Decrestina.
Ascolta la serie su tutte le piattaforme, sulla pagina dedicata e sul sito di Piano P.
Ecco i primi tre episodi disponibili:
Episodio 1. Marco Malvaldi: Entropia e altre metafore scientifiche da bar
«Il secondo principio della termodinamica è uno degli argomenti preferiti della scienza da bar», scrive Marco Malvaldi in un piccolo libro che, con tono leggero ma estremo rigore scientifico, racconta uno dei capisaldi della scienza moderna. Si intitola Il secondo principio ed è il primo di quattro titoli di cui si parlerà in questo podcast. Sono decine, in effetti, le analogie scientifiche che sono entrate nel nostro linguaggio comune, pur non avendo niente a che fare con il loro significato originario. Una di queste riguarda il concetto di “entropia”, che è alla base del secondo principio della termodinamica e che per 150 anni è stato al centro di un percorso di ricerca lungo e tortuoso, reso spesso più difficile dall’incapacità di alcuni scienziati di divulgare le proprie scoperte. Ciò che non si può certo dire dell’autore dei gialli del BarLume in questo libro del Mulino.
Episodio 2. Giorgio Manzi: Neander, Italia
Una volta si diceva che un Neanderthal, confuso tra la gente nel vagone di una metropolitana, non sarebbe stato riconosciuto. Giorgio Manzi, professore di Antropologia alla Sapienza-Università di Roma, smentisce categoricamente questa idea in L’ultimo Neanderthal racconta. «I Neanderthal erano essere umani, nostri parenti stretti dal punto di vista anche dell’evoluzione, ma al tempo stesso erano diversi da noi». Lo dimostrano le innumerevoli prove scientifiche, molte delle quali ritrovate in Italia, che compongono la paleoantropologia, di cui Manzi è uno dei maggiori esperti al mondo e uno dei più grandi appassionati. «Sono un po’ Sherlock Holmes e un po’ viaggiatore del tempo», dice il professore. «E dopo avere analizzato dati ed elaborato immagini, provo a raccontare storie antichissime: storie che potrebbero assomigliare a un racconto delle nostre origini».
Episodio 3. Giorgio Manzi: L’icona Neanderthal
L’uomo di Neanderthal è un personaggio assai presente nell’immaginario collettivo. È il prototipo dell’uomo delle caverne, che tanto spazio ha avuto al cinema e nella letteratura, diventando una vera icona pop, dalle T-shirt ai libri di divulgazione storica e scientifica, fino ad alcuni trend contemporanei. «Oggi va di moda parlare di paleodiete o freeganesimo, perché c’è una voglia di tornare al buon selvaggio, all’uomo della preistoria che viveva libero nella natura», dice Giorgio Manzi, autore di L’ultimo Neanderthal racconta. «In realtà, il nostro stile di vita per quasi 200.000 anni è stato quello dei Neanderthal: cacciatori-raccoglitori, fin dal Paleolitico. E questo ci fa capire meglio chi siamo nel profondo, prima di essere uomini del Terzo Millennio».